Associazione Culturale Due Sicile – Sede di Milano
24 gen
tratto dal giornale il Frizzo 4/01/2009 (Seconda Parte)BibliografiaDelibere dell’Università di Lucera 1815-1860. Biblioteca comunale di Lucera – “Due Sicilie, 1830-1880” – Antonio Pagano, Capone Editore – 2002).“Storia, società e briganti nel Risorgimento italiano” – Ottavio Rossani, Pianeta Libri Editore – 2002.e. e la “Cultura” ormai dimenticata. 1815-1860. Lucera, Regno delle Due Sicilie: il trionfo dei Borbone
Istituzione dei bagni a vapore e liquidi in Lucera
Il 6.12.1821 il comune concede l’autorizzazione a Giacomo Fabris, esperto di macchine a vapore per filatura, tintoria, bagni ed in genere fornelli a vapore, al quale Ferdinando I – un Re che “fiutava” tutte le invenzioni ed innovazioni, da chiunque e da qualunque parte provenissero purché utili al Regno – aveva concesso il 23.11.1819, con decreto reale, la “privativa per dieci anni”.
«…si è data lettura della seguente domanda del Sig. Fabris munito del Regio Decreto per li stabilimenti col l’uso della macchina a vapore di sua perfezione […] D. Giacomo Fabris nativo di Feltre nel Regno Lombardo Veneto l’espone che come munito di Real Decreto del 23 Nov. 1819 per la privativa a lui accordata pel perfezionamento da esso fatti ai fornelli a vapore da servire per filatori, tintorie, bagni, e in altri casi per la durata di anni dieci a termini del decreto del 2 marzo 1810 provvisoriamente in vigore, domanda a tenore dell’art. 14 della detta legge di stabilire dei bagni a vapore, e liquidi in Lucera, giusta il processo di sua invenzione in un caseggiato che a sua propria spesa fonda nella parte esterna delle mura della città a dritta, e sinistra della così detta Torre del Cannone, avvalendosi della fossata antica della città nell’estrazione che dalla pianta viene allegata. Vi abbisogna perciò la cessione del terreno stesso giusta i termini fissati e stabiliti…». Il Decurionato, visto […] approva.
Istituzione della “Biblioteca comunale” e di una “Accademia Letteraria”
Questa biblioteca era di proprietà privata. Nel 1817 il sindaco Onofrio Bonghi fa conoscere al Decurionato (continua…)
21 gen
tratto dal giornale il Frizzo 4/01/2009 (Prima Parte)BibliografiaDelibere dell’Università di Lucera 1815-1860. Biblioteca comunale di Lucera – “Due Sicilie, 1830-1880” – Antonio Pagano, Capone Editore – 2002).“Storia, società e briganti nel Risorgimento italiano” – Ottavio Rossani, Pianeta Libri Editore – 2002.e. gemminniLucera e la “Cultura” ormai dimenticata. 1815-1860. Lucera, Regno delle Due Sicilie: il trionfo dei Borbone
In un’epoca di profonda trasformazione vengono costruite in città tutte le strade in basalto, i luoghi pubblici vengono illuminati e viene migliorata la Pubblica Istruzione. Vengono istituite cattedre per insegnamento del diritto ed emanate specifiche norme di controllo sui generi alimentari, viene installato il telegrafo elettrico, viene costruito il teatro, la biblioteca e l’accademia letteraria, vengono erogate le pensioni… Sono questi solo alcuni esempi di funzionalità e di modernità del tessuto socio-economico-culturale cittadino degli anni del regno borbonico.Lucera, 04.01.2009 – La storia, si sa, viene sempre scritta dai vincitori: per il Regno delle Due Sicilie questa storia è stata sconfessata da molti documenti e testimonianze coeve. Articoli e recensioni – oltre a trasmissioni televisive – atti a far luce sulle innovazioni dei Borbone si susseguono quotidianamente, non ultimo l’articolo apparso sul “Sole 24 Ore” del 14 dicembre 2008 dal titolo: “Se imitassimo i Borboni?”. (continua…)
2 gen
di Gaetano “Ninì” Cafiero
Antonio da sempre me la menava con la Vogalonga. Tutte le volte che gli affidavano la direzione d’un nuovo periodico (o d’uno vecchio bisognoso di rianimazione) lui ci cacciava dentro un reportage sulla Vogalonga. Fotografie di Enrico Cappelletti. Una festa di colori, facce stravolte dalla fatica, occhi d’orgoglio, acqua, merletti di marmo, Venezia. Io già amavo Venezia. Come tutti. Venezia è patrimonio dell’umanità, dunque appartiene a tutti e a ciascuno. Un po’, anzi: parecchio di più ai veneziani. Che hanno inventato la Vogalonga innanzi tutto per ribadire il loro diritto al possesso della già Serenissima. E per attirare l’attenzione della pubblica opinione sui problemi della città ricamata sulla laguna e minacciata dall’acqua alta, dal moto ondoso, dall’invadenza di milioni di foresti che la percorrono, la calpestano, la insudiciano ma portano schei, soldi, valuta pregiata finché circolava la lira perché adesso circola l’euro che è valuta pregiatissima, è come se la lira si fosse apprezzata di 1936,27 volte.
Questa faccenda della Vogalonga mi intrigava. (continua…)
22 dic
di Maurizio D’Angelo – NAPOLI
Leggo sul Mattino che il nostro vulcanico premier ha ipotizzato la nascita di un Politecnico dall’accorpamento delle Facoltà di Ingegneria e Architettura delle Università campane: l’idea è certamente valida, un pò meno quella di intitolarlo a
Gioacchino Murat. Infatti, pur senza sminuire il ruolo di quel Sovrano nella nascita della Scuola di Ponti e Strade, antenata della Facoltàdi Ingegneria napoletana, ci sarebbe un certo Vincenzo Cuoco che sostenne l’opportunità degli accorpamenti di studi matematici , fisici, meccanici, chimici in una sola Facoltà e, meglio ancora, ci sarebbe untal ingegner Luigi Giura che, negli anni ’30 dell’Ottocento realizzò, con soluzioni molto originali, i ponti sospesi Real Ferdinando sul Garigliano e Real Cristino sul Calore, (continua…)
10 dic
Ritratto del Generale Josè Borges
Si ripropone di seguito un interessante articolo pubblicato dal giornale “Il Centro” , a cura di Pietro Guida, in relazione alla recente commemorazione tenutasi presso Sante Marie, luogo ove fu fucilato insieme con un gruppo di guerriglieri delle Due Sicilie il Generale Josè Borges. (continua…)
23 ott
La riforma auspicabile
della toponomastica “savoiarda”
di Gaetano Cafiero
Una lettura istruttiva: il Libro dei CAP. Napoli dedica a Garibaldi una piazza, una via, un rione, quattro traverse: di meno che al Duca d’Aosta. L’intellettuale francese Jean-Noel Schifano suggerisce di cancellare il plebiscito-truffa.
Suscitò un notevole vespaio, l’anno scorso, più o meno intorno al 4 luglio, secondo centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, la presentazione a Napoli dell’ ultima fatica letteraria di Jean Noel Schifano. Accompagnato dall’editore (il suo, prestigiosissimo) Antoine Gallimard, il notissimo intellettuale francese presentò infatti il Dictionaire amoreaux de Naples, un corposo volume di oltre cinquecento pagine ennesimo libro che lo scrittore francese, a lungo dinamico direttore dell’Istituto Grenoble e cittadino onorario di Napoli, ha dedicato alla città. Più che parlare del suo Dictionaire, un compendio di tremila anni di storia partenopea, l’oratore, stuzzicato anche dagli interventi del pubblico, si era infervorato nel proporre rimedi alla disastrosa situazione dei nostri giorni e aveva consigliato calorosamente ai napoletani di rimpossessarsi della loro identità perduta, enumerando gli innumerevoli primati del Regno delle due Sicilie (continua…)
15 lug
Il neo sindaco di Salemi, Prof. Vittorio Sgarbi, che gode il nostro pieno rispetto per le sue idee di professore e critico d’arte, ancora ritiene evento epocale l’impresa di Garibaldi e dei suoi “mille scriteriati” che sono così ricordati da Angela Pellicciari ne “L’altro Risorgimento-Una guerra di religione dimenticata”: Chi erano i Mille che salparono accompagnati dalle benedizioni dei liberali di tutti i continenti? Garibaldi li descrive cosi: ‘Tutti generalmente di origine pessima e per lo più ladra; e tranne poche eccezioni con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto’”.
Personalmente mi pare azzardato e ritengo sia antistorico continuare a celebrare l’opera di Garibaldi, (continua…)
1 giu
Il Real Osservatorio di Capodimonte oggi
L’Abate Generale dei Celestini, Celestino Galiani, nato a San Giovanni Rotondo nel 1681 e morto a Napoli nel 1753, fu colui che sotto il Regno di Carlo di Borbone, progettò e realizzò il piano di riforma dell’Università Napolitana.
Fu questo lo sprone che in breve fece diventare l’università di Napoli un importantissimo punto di riferimento per lo studio della giurisprudenza e del diritto. Allo stesso tempo, però, su espressa volontà del sovrano, fu istituita la cattedra di “Astronomia e Nautica”, poi denominata Astronomia e Calendari.
Con queste iniziative fu fatto un importante passo avanti verso l’applicazione del vero diritto, fino allora approssimato e condizionato dai governi e dalla politica in tutti gli stati del mondo, e, nello stesso tempo, fu dato il via alla conoscenza scientifica dello spazio ed all’applicazione delle relative discipline.
Ma la grande novità che creò non poche perplessità alle potenze del tempo, fu che se in altre patri del mondo c’erano già strutture del genere, come ad esempio il noto e moderno Osservatorio di Greenwich, quella napoletana fu assolutamente particolare perché aperta a tutti gli scienziati del mondo.
Con tale iniziativa, Carlo di Borbone fondò un vero e proprio “polo scientifico” mondiale di primo ordine che in poco tempo collocò il Regno delle Due Sicilie al centro dell’interesse internazionale, scippando all’Inghilterra le migliori menti del tempo. (continua…)
26 mag
Lo scec: una lodevole iniziativa nel nome di Masaniello
Signoraggio questo sconosciuto
La presentazione alla Feltrinelli di un libro su Masaniello è stata l’occasione, nel corso del successivo dibattito, per conoscere l’iniziativa di un gruppo di giovani napoletani, che hanno creato una sorta di carta moneta lo scec.(www.progettoscec.com)
Questa sorta di denaro, che viene distribuito gratuitamente, può essere utilizzato per fare spesa con uno sconto(intorno al 20%) nei negozi convenzionati o per usufruire di una serie di servizi, dalle lezioni private al baby sitting, dalle riparazioni ai lavori artigianali.
Per capire il funzionamento dello scec bisogna conoscere il significato del signoraggio, un argomento affascinante e scabroso, che contiamo di sviscerare in un prossimo contributo.
In attesa di una migliore preparazione teorica cerchiamo lo stesso di spiegare lo spirito che anima questi giovani, i quali sognano, oltre che una valuta diversa dall’euro, anche uno Stato diverso dall’Italia e dall’Europa, memori di un glorioso passato, quando per secoli Napoli è stata la capitale di una nazione che batteva moneta.
Il linguaggio è una convenzione adoperata dagli uomini per intendersi, serve per comunicare, mentre il denaro serve come mezzo di scambio di prodotti e servizi.
Così come nel linguaggio scegliamo delle sequenze arbitrarie corrispondenti a oggetti e concetti astratti, parimenti negli scambi in denaro un pezzo di carta corrisponde arbitrariamente a un valore. Così come il linguaggio ci appartiene perché è frutto di un patto tra di noi e perché serve a comunicare ciò che siamo e quello che ci circonda, anche il denaro dovrebbe appartenerci, perché frutto di un altro patto e perché serve a scambiarci quello che abbiamo e che siamo in grado di fare: le nostre ricchezze. Ma il denaro ha perso la sua semplicità, ne dimentichiamo l’arbitrarietà e soprattutto non ci appartiene. Il denaro ha smesso di appartenerci, da quando sono sorte le banche centrali, che lo coniano e quelle commerciali, che ce lo forniscono in cambio di ricchezza, carta stampata al posto di beni reali. Noi paghiamo la moneta che ci viene prestata con quella stessa moneta che abbiamo avuto in prestito e in più ne paghiamo gli interessi. Così finiamo con l’indebitarci, perché non avremo mai denaro sufficiente a saldare il debito. Ma ciò che è evidente è che in questo modo il denaro perde la sua funzione, perché non serve più a creare ricchezza, ma diventa esso stesso ricchezza. Non è più il denaro a servirci, ma siamo noi che serviamo lui. Per cercare di ripristinare la genuinità della primitiva convenzione possiamo utilizzare gli scec, i quali, lo ribadiamo sono semplici pezzi di carta ai quali, chi aderisce al circuito, attribuisce un valore. Attraverso il loro uso lentamente si toglie potere alle banche che ci soffocano, si ristabilisce il patto di solidarietà e si ripristina il reale uso della moneta.
Questo concetto ci sembrerà più chiaro quando avremo capito cosa si intende per signoraggio. In attesa dell’articolo promesso, che potrete leggere fra pochi giorni sul mio sito www.guidecampania.com/dellaragione vi fornisco la definizione:
Il signoraggio è l’insieme dei redditi derivante dall’emissione di moneta e deriva il suo nome dal francese seigneur, che in italiano significa signore. Nel medio evo erano infatti i signori feudatari ad avere titolo a battere moneta e ad incamerarne i benefici che derivavano da questa facoltà. Oggi in economia si intende per signoraggio i redditi che la Banca centrale e lo Stato ottengono grazie alla possibilità di creare moneta in condizioni di monopolio.
Un esempio semplicissimo per capire il concetto che abbiamo appena definito è ricordarsi della funzione impropria che venne ad assumere anni fa il gettone telefonico, in un momento di carenza di spiccioli, quando veniva tranquillamente accettato da tutti al posto della moneta da cinquanta lire.
La differenza tra il costo per coniarlo(pochi centesimi) ed il valore di mercato (cinquanta lire) costituiva l’entità del signoraggio che incamerava la Sip(per i più giovani la vecchia Telecom).
Vorremmo concludere tornando di nuovo alla presentazione del libro dedicato a Masaniello, un personaggio fondamentale della nostra storia.
Il parterre dei presentatori era prestigioso da Titti Marrone ad Aurelio Musi e Luigi Mascilli Migliorini ed il dibattito particolarmente interessante. A conclusione ho chiesto la parola per un auspicio:” Per chi crede nell’anima è facile immaginare che quella di Masaniello non trovi pace ed alberghi ancora da queste parti, disperandosi delle precarie condizioni di una città da lui tanto amata e per chi vuole, teme, spera nella reincarnazione l’augurio è che trovi ospitalità in un giovane focoso ed irruente che metta, per dieci e più giorni, a ferro e fuoco Napoli e la Campania, liberandoci finalmente dal triste fardello dei nostri incapaci amministratori.”
Pubblico e presentatori erano quasi tutti di sinistra, ma l’applauso, interminabile, è stato sincero e scrosciante.
Achille della Ragione
14 mag
di Nicola Zitara
C’è l’età della pietra, l’età preistorica, l’età storica e parecchie altre, sia precedenti sia seguenti. Quella attuale è l’età dei consumi, la cui versione meridionale è bene definirla l’età dello scrocco. Qualche giorno fa, un quotidiano regionale ci ha offerto un’inaspettata notizia: un illustre storico della letteratura e una nota e affermata casa editrice roman-reggina, hanno ripubblicato il volume di Cesare Lombroso intitolato In Calabria. Di tali prestigiosi innovatori culturali non do i nomi. Non lo faccio per prudenza, ma perché mi sento come Caio Giulio Cesare che, ancora tribuno militare, si prosternò piangente ai piedi di una marmorea statua di Pompeo (continua…)