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Associazione Culturale Due Sicile – Sede di Milano

Archivio del 2006

Primo Parlamento Italiano

E’ sempre più diffusa tra l’opinione pubblica la notizia sugli “sproporzionati” privilegi e costi del parlamento italiano, specie nei periodi elettorali, allorquando si propagandano in modo demagogico significativi tagli o misure di contenimento delle spese generate da tale ente governativo. (continua…)

Bar Ferdinando II

Bar Ferdinando II (continua…)

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FERDINANDO I ( detto re nasone)

Breve saggio storico sulla questione della criminalità a Napoli all’epoca di Mosart a cura di Paolo Granzotto.

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Custoza – La Battaglia

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Le ostilità furono iniziate dalla Prussia, il 17 giugno del 1866, quando invase l’Annover. Quel giorno stesso, partito come generale LA MARMORA per il campo, RICASOLI si mise all’opera per formare un nuovo ministero, che risultò così composto: (continua…)

Emigrati italiani

Emigrati nordafricani

Il DDL Amato, la proposta di legge sulla “cittadinanza facile” voluta dal governo Prodi, di fatto allontana l’Italia dai principi sui quali si è fondata per secoli. Infatti, secondo questo disegno di legge, gli immigrati accederebbero alla cittadinanza italiana dopo 5 anni di residenza invece dei 10 attuali ed i loro figli saranno, ipso facto,italiani se nati in Italia.
Questi cambiamenti avranno un effetto immediato sulla fisionomia nazionale, creando una popolazione di 4-5milioni di “nuovi italiani” nei prossimi 5 anni.

(continua…)

Ancora una volta il dr Granzotto ci regala una sua perla di saggezza e conoscenza storica,trattando da par suo, i primati e la storia del Regno (delle due Sicilie). E’ un piacere leggerlo, ed anche se a me le cose dette sono note, fa piacere lo stesso, anche perché in questo caso il relatore, piemontese, è al di sopra di ogni sospetto di partigianeria, e questo lo accumuna a Lorenzo del Boca, piemontese anch’esso. (continua…)

Ferdinando e Lucia

Nascere duchessa, vivere principessa, morire regina

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In questa frase la sintesi di una vita.

Ne è protagonista Lucia Migliaccio figlia di Vincenzo, duca di Floridia e di Dorotea Borgia e Rau.

Il suo nome viene ricordato nello stemma di Floridia che reca in punta la sua arma, una pianta di miglio d’oro in campo azzurro.

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Donna Lucia MIGLIACCIO, BORGIA, BONANNO e RAU nasce a Siracusa il 18 gennaio del 1770; era figlia di Don Vincenzo MIGLIACCIO e BONANNO dei principi di Baucina e duca di San Donato, e di Donna Dorotea BORGIA e RAU, dei marchesi del Casale. Il detto Don Vincenzo si era investito 8.vo duca (di Terra, Stato e Vassallaggio) di Floridia il 24 Dicembre 1751, come figlio primogenito ed erede universale di sua madre Donna Lucia BONANNO e SPADAFORA 7.ma duchessa di Floridia, discendente diretta di Don Lucio BONANNO e COLONNA dei baroni di Canicattì (Agrigento), 13.mo barone, maritali nomine, del feudo di Floridia, rifondatore insieme con la moglie Donna Flavia BONAIUTO e (de) PERNO, 13.ma baronessa di Floridia, e 1.mo duca di Floridia per real privilegio del 5 agosto 1628.10.ma Duchessa di Floridia per investitura del 6 novembre 1776, Donna Lucia MIGLIACCIO appena undicenne sposa a Palermo, nel 1781 Don Benedetto GRIFEO e del BOSCO (1755 +1812), 8.vo principe di Partanna, Duca di Ciminna e figlio del Principe di Partanna, di circa quindici anni più grande di lei.

Il matrimonio viene però consumato più tardi ed a diciassette anni diventa madre della primogenita Dorotea. Seguono, oltre a tre morti in tenera età, altri cinque figli, quattro maschi ed un’ altra femmina. Vincenzo, Giuseppe, Leopoldo, Luigi e Marianna sono i loro nomi. Malgrado le numerose gravidanze, stando ai cronisti dell’epoca ed al quadro di Camuccini mantiene inalterata la sua bellezza che ispira all’abate Meli la celebre “Occhiuzzi niuri”, ed alle male lingue l’attribuzione di una propensione al libertinaggio che non fu mai provata, al punto che non le si poterono mai attribuire amanti, tranne Ferdinando I di Borbone Re delle due Sicilie, che l’aveva conosciuta nel 1812, durante la sua permanenza a Palermo dal 1806 al 1814.

Nel 1812 muore il marito Benedetto, lasciandola, a 42 anni, vedova.

Poco dopo muore la regina Maria Carolina, l’8 settembre del 1814. Ottanta giorni dopo Lucia e Ferdinando si sposano malgrado la blanda opposizione del principe Francesco, che tentava di dissuadere Ferdinando alludendo ai pettegolezzi che giravano intorno a Lucia, e che fecero rispondere a Ferdinando: “Figlio mio, pensa a quanto me ne ha fatto tua madre” alludendo al comportamento di Maria Carolina. Fu un matrimonio felice e per quanto morganatico, cosa che non faceva della moglie del re una regina, come tale fu trattata dalla corte in virtù della sua signorilità, della sua discrezione, della sua gentilezza.

Alla morte del Re, avvenuta il 4 gennaio 1825, sopravvisse solo quattordici mesi, spegnendosi essa stessa il 26 aprile 1826. Fu sepolta nella Chiesa Reale di San Ferdinando, vicino al palazzo reale.

Vorrei ricordarla recitando i primi versi dell’abate Meli:

Occhiuzzi niuri ” Si taliati - Faciti cadiri  casi e citati: – Jeu muru debuli  Di petra e taju, – Cunsidiratulu  Si allura caju”.

Antonio Nicoletta

La resistenza calabrese all’occupazione francese (1806/1813) e sua incompatibilità con l’agiografia risorgimentale italiana
( con note sulla battaglia dimenticata di MAIDA, 4/7/1806 )

 

Premessa

Il periodo storico che va dal 1787 al 1815 è da considerarsi per l’Italia uno tra i più drammatici dell’era moderna. Le devastazioni, portate prima dai rivoluzionari francesi e successivamente dalle armate imperiali napoleoniche, causarono centinaia di migliaia di vittime mai ricordate dalla storia ufficiale.

All’invasione francese seguirono intense insorgenze controrivoluzionarie ( antigiacobine, antifrancesi ed antinapoleoniche) che si svilupparono in tutt’Italia, assumendo fin da subito il carattere di resistenza armata, spontanea e duratura. (continua…)

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Domenico Ragona, un grande astronomo borbonico

Domenico Ragona (1820-1892) e’ senza dubbio una figura interessante, seppur trascurata dalla storiografia astronomica. Forse ha pesato e pesa ancora su di lui la “macchia” di fedele borbonico o forse le vicende tragiche da cui rimase schiacciato proprio a causa della sua connotazione politica, e che di fatto interruppero la sua carriera nel campo dell’astronomia, lo hanno reso “poco interessante”. E tuttavia noi riteniamo che egli sia stato, dopo Piazzi, il miglior direttore dell’Osservatorio almeno fino alla chiamata, nel 1975, di Giuseppe Salvatore Vaiana. (continua…)


Comitato No Lombroso - NoLombroso.org

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Il Meraviglioso Ponte Sul Garigliano

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