sentendo questo solenne inno vibrano le corde più intime dei cuori di coloro che non hanno dimenticato i duemila anni di civilta’ che abbiamo elargito al nord ignorante,rozzo e feroce..viva la bianca bandiera gigliata tradita dai generali e dai borghesi ma non dal popolo meridionale …w ‘ o re ….w francesco II eroe sfortunato e santo ..altro che i savoia …altra classe , altra storia, altra dignità….racconigi non e’caserta…torino non e’ napoli….w il sud
Bellissimo questo solenne Inno Nazionale del Regno delle Due Sicilie, composto da il grande musico napolitano Giovanni Paisiello.
Il miglior re che a avuto la Spagna fu Carlo III di Borbone, chi è ricordato principalmente per il suo periodo come Re di Napoli in quanto fondatore della dinastia borbonica a Napoli e Sicilia e in quanto riuscì a “donare” al regno l’indipendenza. Quando Carlo salí al trono della Spagna, lasció suo figlio secondogenito Ferdinando sul trono delle Due Sicilie. Si dice che il giorno quando Carlo III arrivó a Madrid, ho pianto di tristezza, perché Madrid era una cittá assai brutta che non si poteva comparare con la bella Napoli.
Un saluto dalla Spagna a tutti i napolitani e siciliani che sono fieri della sua storia, che in parte, è anche la nostra.
Ma come si fa a non amare l’Inno delle Due Sicilie, il glorioso Regno delle Due Sicilie, la Real Casa di Borbone e tutta la cultura, l’arte, la dignità, ecc. del meraviglioso vero popolo meridionale? Ma come si fa ancora a credere a quelle chiacchiere, a leggere quelle papocchie scritte nei libri di testo ed a servire, a celebrare e ad onorare ancora i nostri più terribili massacratori? Quei tremendi massacratori venuti dal rozzo ed incivile nord continuano imperterriti ad imporci le loro idee sbagliate, le loro inique leggi ed a condizionarci l’esistenza con provocazioni pubblicistiche, accordi politici e losche manovre. Altro che razzismo all’ennesima potenza; è molto peggio. Hanno creato una farsa Unità d’Italia con lo scopo di dividere, spaccare e sparpagliare il popolo meridionale al suo interno, in modo che non abbia più un Regno e non trovi la forza di insorgere.
W il Sud, W il Sud libero. Verrà un giorno… deve per forza venire quel giorno… ne sono convinto….
Tanti tanti anni fa, iscritto a scienze politiche, ebbi modo di consultare documenti originali che mi illuminarono su tante verità nascoste e vilipese dall’imperante concezione liberalmassonica della storia. Ebbi anche la fortuna di vivere per un certo periodo a Napoli, la umanissima, civilissima e nobilissima capitale del vecchio sud (oggi abbandonata e vilipesa), che nulla ha da invidiare ad altre regioni della penisola. Sono contento che qualcuno cominci a mettere i puntini sulle i specie rispetto ad un Regno che fu il più progredito della nostra Italia ed a una dinastia, ben più nobile ed antica del casato, scomunicato da Pio IX, che ci ha regalato guerre, lacrime, tradimenti e sangue. E’ necessario riaprire gli archivi studiare con attenzione e riscrivere nel giusto rispetto della Verità la storia di quel tempo, di quei Re e di quelle Regine che seppero governare con fermezza, dignità prudenza e magnanimità le loro genti.
Quando ascolto questo Inno mi si eleva l’anima ed avverto una serenità indescrivibile perchè sono cattolico e napolitano.
Nell’ occasione vorrei dare un commento personale all’inno italiano così molti si possono rendere conto di chi furono i risorgimentalisti e che significa veramente la parola risorgimento:
Per non essere troppo lungo ometto le strofe dell’inno;
La prima strofa credo sia un richiamo al paganesimo imperiale umanistico romano ad opera dei massoni (fratelli d’ Italia):
L’ Italia si è cinta la testa dell’elemo di Scipio (fondatore della prima setta umanistica nel II sec. AC da cui nacque poi la massoneria). La dea Vittoria è tornata, quella che Dio rese schiava con l’ avvento di Cristo, e porge la chioma all’ elmo di Scipio appunto.
La seconda strofa allude chiaramente che Roma pagana è da secoli derisa e schiava a causa del Cristianesimo.
La terza strofa mette in evidenza la falsità dell’ ideologia mazziniana che si riempiva la bocca di Dio ma era contro Dio. E’ da notare anche la bestemmia contro Dio velata dal francesismo.
Sulla quarta non sono riuscito ad estrapolare niente perchè ignoro il contesto storico a cui si riferisce, ci provi qualcuno più preparato.
L’ultima strofa è una vera e propria previsione della distruzione dell’ultimo baluardo dell’ antico Impero Romano Cristiano rappresentato dalla cattolica Austria in un Europa che ormai aveva consegnato persino la Cattolica Roma alla massoneria.
Senza voler suscitare sentimenti anti-italiani, io stesso non lo sono, sottolineo che Mameli era massone ed attualmente la pari dignità degli italiani non esiste e non a causa del Cattolicesimo o de cattolici Borbone ma bensi per colpa dei Fratelli d’ Italia a cui l’inno stesso si riferisce dando la colpa appunto al primo elogiando il secondo con inganno naturalmente.
Scusate se vado fuori tema,non so più a chi rivolgermi.
Per favore salviamo le ricchezze architettoniche che ci hanno lasciato in eredità.Le più belle,senza le quali l’ex Regno,sarebbe impietoso cemento. Stanno rovinando tutto a Napoli:palazzo Fuga,ovvero “l’albergo dei poveri”,largo di palazzo che è meglio sorbolare su cosa è diventato,il “cimitero delle 366 fosse”,non ho il coraggio di andare a vedere in che impietosa incuria è.
Solo la Sicilia è riuscita a salvare i bei palazzi.Facciamo qualcosa,sono beni dell’umanità,sotto egida dell’ UNESCO,ma i soldi dove son finiti?
10 Risposte per "Inno Ufficiale del Regno delle Due Sicilie"
A sentire l’inno delle due Sicilie, reputo che per un’appartenente al vecchio regno Borbonico è una sensazione superiore che sentire l’inno Italiano.
sentendo questo solenne inno vibrano le corde più intime dei cuori di coloro che non hanno dimenticato i duemila anni di civilta’ che abbiamo elargito al nord ignorante,rozzo e feroce..viva la bianca bandiera gigliata tradita dai generali e dai borghesi ma non dal popolo meridionale …w ‘ o re ….w francesco II eroe sfortunato e santo ..altro che i savoia …altra classe , altra storia, altra dignità….racconigi non e’caserta…torino non e’ napoli….w il sud
lluigi culmone naselli
Bellissimo questo solenne Inno Nazionale del Regno delle Due Sicilie, composto da il grande musico napolitano Giovanni Paisiello.
Il miglior re che a avuto la Spagna fu Carlo III di Borbone, chi è ricordato principalmente per il suo periodo come Re di Napoli in quanto fondatore della dinastia borbonica a Napoli e Sicilia e in quanto riuscì a “donare” al regno l’indipendenza. Quando Carlo salí al trono della Spagna, lasció suo figlio secondogenito Ferdinando sul trono delle Due Sicilie. Si dice che il giorno quando Carlo III arrivó a Madrid, ho pianto di tristezza, perché Madrid era una cittá assai brutta che non si poteva comparare con la bella Napoli.
Un saluto dalla Spagna a tutti i napolitani e siciliani che sono fieri della sua storia, che in parte, è anche la nostra.
non nascondo che ascoltandolo sono commosso. e anche le parole di juan mi hanno commosso.
Ma come si fa a non amare l’Inno delle Due Sicilie, il glorioso Regno delle Due Sicilie, la Real Casa di Borbone e tutta la cultura, l’arte, la dignità, ecc. del meraviglioso vero popolo meridionale? Ma come si fa ancora a credere a quelle chiacchiere, a leggere quelle papocchie scritte nei libri di testo ed a servire, a celebrare e ad onorare ancora i nostri più terribili massacratori? Quei tremendi massacratori venuti dal rozzo ed incivile nord continuano imperterriti ad imporci le loro idee sbagliate, le loro inique leggi ed a condizionarci l’esistenza con provocazioni pubblicistiche, accordi politici e losche manovre. Altro che razzismo all’ennesima potenza; è molto peggio. Hanno creato una farsa Unità d’Italia con lo scopo di dividere, spaccare e sparpagliare il popolo meridionale al suo interno, in modo che non abbia più un Regno e non trovi la forza di insorgere.
W il Sud, W il Sud libero. Verrà un giorno… deve per forza venire quel giorno… ne sono convinto….
Tanti tanti anni fa, iscritto a scienze politiche, ebbi modo di consultare documenti originali che mi illuminarono su tante verità nascoste e vilipese dall’imperante concezione liberalmassonica della storia. Ebbi anche la fortuna di vivere per un certo periodo a Napoli, la umanissima, civilissima e nobilissima capitale del vecchio sud (oggi abbandonata e vilipesa), che nulla ha da invidiare ad altre regioni della penisola. Sono contento che qualcuno cominci a mettere i puntini sulle i specie rispetto ad un Regno che fu il più progredito della nostra Italia ed a una dinastia, ben più nobile ed antica del casato, scomunicato da Pio IX, che ci ha regalato guerre, lacrime, tradimenti e sangue. E’ necessario riaprire gli archivi studiare con attenzione e riscrivere nel giusto rispetto della Verità la storia di quel tempo, di quei Re e di quelle Regine che seppero governare con fermezza, dignità prudenza e magnanimità le loro genti.
Quando ascolto questo Inno mi si eleva l’anima ed avverto una serenità indescrivibile perchè sono cattolico e napolitano.
Nell’ occasione vorrei dare un commento personale all’inno italiano così molti si possono rendere conto di chi furono i risorgimentalisti e che significa veramente la parola risorgimento:
Per non essere troppo lungo ometto le strofe dell’inno;
La prima strofa credo sia un richiamo al paganesimo imperiale umanistico romano ad opera dei massoni (fratelli d’ Italia):
L’ Italia si è cinta la testa dell’elemo di Scipio (fondatore della prima setta umanistica nel II sec. AC da cui nacque poi la massoneria). La dea Vittoria è tornata, quella che Dio rese schiava con l’ avvento di Cristo, e porge la chioma all’ elmo di Scipio appunto.
La seconda strofa allude chiaramente che Roma pagana è da secoli derisa e schiava a causa del Cristianesimo.
La terza strofa mette in evidenza la falsità dell’ ideologia mazziniana che si riempiva la bocca di Dio ma era contro Dio. E’ da notare anche la bestemmia contro Dio velata dal francesismo.
Sulla quarta non sono riuscito ad estrapolare niente perchè ignoro il contesto storico a cui si riferisce, ci provi qualcuno più preparato.
L’ultima strofa è una vera e propria previsione della distruzione dell’ultimo baluardo dell’ antico Impero Romano Cristiano rappresentato dalla cattolica Austria in un Europa che ormai aveva consegnato persino la Cattolica Roma alla massoneria.
Senza voler suscitare sentimenti anti-italiani, io stesso non lo sono, sottolineo che Mameli era massone ed attualmente la pari dignità degli italiani non esiste e non a causa del Cattolicesimo o de cattolici Borbone ma bensi per colpa dei Fratelli d’ Italia a cui l’inno stesso si riferisce dando la colpa appunto al primo elogiando il secondo con inganno naturalmente.
Scusate se vado fuori tema,non so più a chi rivolgermi.
Per favore salviamo le ricchezze architettoniche che ci hanno lasciato in eredità.Le più belle,senza le quali l’ex Regno,sarebbe impietoso cemento. Stanno rovinando tutto a Napoli:palazzo Fuga,ovvero “l’albergo dei poveri”,largo di palazzo che è meglio sorbolare su cosa è diventato,il “cimitero delle 366 fosse”,non ho il coraggio di andare a vedere in che impietosa incuria è.
Solo la Sicilia è riuscita a salvare i bei palazzi.Facciamo qualcosa,sono beni dell’umanità,sotto egida dell’ UNESCO,ma i soldi dove son finiti?
giovanni paisiello non era napoletano!! era un grandissimo figlio della splendida città di TARANTO!!!!!
per la precisione ebbe i natali nel comune di Roccaforzata, nella provincia di Taranto
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