Audio-video dell’inno delle Due Sicilie di Giovanni Paisiello eseguito da orchestra e coro.
2 Commenti to “Inno cantato Ufficiale del Regno delle Due Sicilie con orchestra”
Inno del Regno delle Due Sicilie di ADSIC
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Roberto (Crocco)
Era l’inno di un popolo fiero, governato da un RE giusto e molto amato dai suoi sudditi (che poi erano i nostri bisnonni.)
Quando veniva suonato quest’inno e sventolava la bianca bandiera gigliata, il popolo duosiciliano si sentiva fiero di appartenere ad un regno tra i primi in europa, con le migliori università, con leggi giuste ed eque con il teatro San Carlo primo in europa, con le prime ferrovie italiane e soprattutto senza delinquenza e senza mafia.
Questo era il regno delle due sicilie che ha vissuto in pace e prosperita’ con tutti per oltre sette secoli e che solo l’avidità del regno di Sardegna ed il tradimento di uomini senza onore ha fatto si’ che venisse colonizzato con violenza, oltraggio ed inganno.
Le innominabili barbarie compiute dai piemontesi con a capo quel barbaro del generale Cialdini gridano ancora oggi vendetta unitamente ai morti delle stragi di Casalduni di Pontelandolfo e di chi sa di quanti altri.
Ognuno di noi che abita da Civitella del tronto a Palermo ha certamente avuto un parente o un familiare che ha lottato ed è morto per il suo re. Mentre ascoltiamo l’inno rendiamo onore a quegli uomini che i signori del nord chiamavano “briganti”.
Un deferente saluto va inoltre all’ultimo re (S.M. Francesco II) di quello sfortunato regno ed alla sua regina (S.M. Maria Sofia di Borbone) due giovanissimi regnanti segnati da un triste destino asserragliati nella fortezza di Gaeta per l’ultimo, eroico e disperato tentativo di salvare quel regno che era stato dei loro padri da sette secoli.
Un vergognoso assedio da terra , da mare, infarcito di vigliacchi traditori e per gradire il “valoroso” esercito piemontese che togliendo di mezzo i garibaldini ( che avevano ormai fatto il lavoro sporco) va a raccogliere il frutto delle tresche del suo Cavour e del suo re.
Questa è la storia quella vera quella che si nasconde ormai da troppo tempo. Ma a quegli uomini ed a quelle donne chiamate briganti va il nostro pensiero ed ancora oggi le nostre lacrime.
Crocco - Lecce
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Era l’inno di un popolo fiero, governato da un RE giusto e molto amato dai suoi sudditi (che poi erano i nostri bisnonni.)
Quando veniva suonato quest’inno e sventolava la bianca bandiera gigliata, il popolo duosiciliano si sentiva fiero di appartenere ad un regno tra i primi in europa, con le migliori università, con leggi giuste ed eque con il teatro San Carlo primo in europa, con le prime ferrovie italiane e soprattutto senza delinquenza e senza mafia.
Questo era il regno delle due sicilie che ha vissuto in pace e prosperita’ con tutti per oltre sette secoli e che solo l’avidità del regno di Sardegna ed il tradimento di uomini senza onore ha fatto si’ che venisse colonizzato con violenza, oltraggio ed inganno.
Le innominabili barbarie compiute dai piemontesi con a capo quel barbaro del generale Cialdini gridano ancora oggi vendetta unitamente ai morti delle stragi di Casalduni di Pontelandolfo e di chi sa di quanti altri.
Ognuno di noi che abita da Civitella del tronto a Palermo ha certamente avuto un parente o un familiare che ha lottato ed è morto per il suo re. Mentre ascoltiamo l’inno rendiamo onore a quegli uomini che i signori del nord chiamavano “briganti”.
Un deferente saluto va inoltre all’ultimo re (S.M. Francesco II) di quello sfortunato regno ed alla sua regina (S.M. Maria Sofia di Borbone) due giovanissimi regnanti segnati da un triste destino asserragliati nella fortezza di Gaeta per l’ultimo, eroico e disperato tentativo di salvare quel regno che era stato dei loro padri da sette secoli.
Un vergognoso assedio da terra , da mare, infarcito di vigliacchi traditori e per gradire il “valoroso” esercito piemontese che togliendo di mezzo i garibaldini ( che avevano ormai fatto il lavoro sporco) va a raccogliere il frutto delle tresche del suo Cavour e del suo re.
Questa è la storia quella vera quella che si nasconde ormai da troppo tempo. Ma a quegli uomini ed a quelle donne chiamate briganti va il nostro pensiero ed ancora oggi le nostre lacrime.
Crocco - Lecce
Un abitante del regno delle 2 sicilie 2007
Crocco