Associazione Culturale Due Sicile – Sede di Milano
29 dic
Premessa
“Audiatur et altera pars”
Dei soldati delle Due Sicilie si è parlato poco e, nella maggior parte dei casi, con tono beffardo o di sprezzante sufficienza, alimentando così la novellistica sull’“esercito di Franceschiello”.
Chi non ricorda le numerose barzellette di cui erano oggetto i soldati napoletani? Quella che si riferisce al vario grado di marzialità che la truppa doveva assumere durante le sfilate: “Facite a faccia feroce!”; un po’ più avanti: “Facite a faccia cchiù feroce!”; poco prima di passare davanti alle autorità: “Facite a faccia ferocissima!”; subito dopo: “Facite a faccia e’ fessi”. E quel soldato che, durante la battaglia, chiede al suo capitano: “Capità fuimme?” e si sente rispondere dal suo comandante: “Aspettate l’ordine!”. E l’altra secondo cui, quando dovevano fare addestramento formale, non riuscendo le reclute a distinguere il piede destro da quello sinistro, si legava su uno di essi un pennacchietto e poi l’ordine di marciare veniva così scandito: “C’u pilo e senz’u pilo c’u pilo e senz’u pilo”. Così come l’allineamento, a destra e a sinistra, diventava: “Allineamento ‘ncoppa a panza ‘e don Ciccillo!”. (continua…)
27 dic
Tempo addietro un alto personaggio pubblico, in una dichiarazione dal tono sentenzioso ebbe ad affermare “La storia non si riscrive”. Un’espressione che mi ha colpito, vorrei dire quasi ferito, perché segno inequivocabile di una cultura deformata e deformante frutto di un sociologismo che, anche nelle sue implicazioni storico-politiche, ha condizionato pesantemente e negativamente il pensiero italiano negli ultimi tempi, come riflesso dell’onda lunga delle “verità di Stato” imposte nei paesi di quello che fu il cosiddetto “socialismo reale”, dove la parola “revisioni-smo” era sinonimo di antistato e, per quanti ne venivano riconosciuti “colpevoli” c’erano il gulag o la rieducazione coatta in istituti psichiatrici.
Espressioni concrete di questa pseudo cultura ne abbiamo registrate fino a poco tempo fa allorché squallidi personaggi, dalla nomea di ”Libertari” organizzavano sistematici picchettaggi all’Università “La Sapienza” per impedire di tenere le sue lezioni ad uno dei massimi storici del Novecento, Renzo De Felice, additato alla pubblica esecrazione perché revisionista. (continua…)
16 dic
Ritratto del Gen. Don Josè Borges ( archivio V.Romano)
Si fa un gran parlare in questi giorni di revisione storica, le polemiche divampano, i mass media ci si buttano a capofitto: si commette, però, l’errore di utilizzare la revisione per scopi meramente politici, non per avviare un discorso serio di riflessione e di ripensamento delle certezze imposteci dai vincitori. E poi si limita la revisione agli ultimi avvenimenti della nostra storia. Si tralascia, per esempio, la revisione del periodo risorgimentale, pietra miliare dello stato italiano moderno. Però qualcosa, in silenzio, senza i clamori del proscenio, si muove anche in questa direzione. (continua…)
13 dic
La perfida morale nello slogan coniato di fresco dopo i fatti di Scanzano.
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Dejà vu! Nord Cassiera Sud Pattumiera. Ma chi produce in assoluto più “monnezza”, ve lo siete chiesti? …Guarda caso, proprio il Nord delle industrie, della sovrappopolazione per km quadrato di fabbriche e fabbrichette con annessi e connessi; il Nord della “ciminiera selvaggia”, dei rifiuti tossici, del maggior numero di ospedali sul territorio italiano… degli “inquinatori” di fiumi… Il Nord appestato di scorie da smaltire… Il Nord “civile”, ch’è al primo posto nella raccolta differenziata di pattume casereccio quotidiano, per la gioia delle tasche delle nuove figure professionali di “imprenditori della monnezza”… quel Nord dello smog e dei veleni nell’aria, eternamente seduto in cattedra e che “divide et impera” sui somari seduti negli ultimi banchi della “classe italiana” : i meridionali! (continua…)
9 dic
Giuseppe Garibaldi nacque a Nizza il 4 luglio 1807 e morì a Caprera il 2 giugno del 1882. Il personaggio, esaltato come eroe dalla storiografia ufficiale, era in realtà di ben diversa levatura..
. . . mi capita spesso di recarmi a Roma per motivi professionali. In quelle occasioni, prima di iniziare la giornata di lavoro e salvo situazioni meteorologiche proibitive, al mattino e di buon ora, attraverso di corsa il parco “Villa Pamphili” dalla Via Aurelia fino al Gianicolo, ossigenandomi a pieni polmoni e godendomi un paesaggio incantevole. (continua…)
24 nov
( Con speciale riguardo alle scuole Pie e degli Scolopi )
Nell’ottocento, in riferimento all’istruzione, esistevano due tipi di eserciti: quelli di cultura e quelli di disciplina.
La differenza consisteva nel fatto che mentre il primo prevedeva l’istruzione obbligatoria (nel senso che i soldati dovevano imparare a leggere e scrivere) il secondo vietava tutto quello che poteva portare il soldato all’alfabetizzazione. (continua…)
23 nov
(Libertà 21/9/97 – il Giornale 22/9/97)
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Leggo sul numero di mercoledi 17/09, un articolo a firma di Enrico Nistri, “E’ il nord che ha imposto al sud l’unità d’Italia”; io concordo pienamente con questo titolo.
Semmai ricordo ancora che, addirittura, quando venne iniziata l’opera che doveva concludersi con l’unità di cui avrebbe sofferto il sud, nel nord non era ancora nemmeno unità, in quanto mancava tutto il Veneto, il Trentino Alto Adige, il Friuli, e più giù, gli Stati della Chiesa. Non esisteva uno Stato del Nord, comunque inteso, esisteva solo un Regno di Sardegna, sabaudo, espansionista e guerrafondaio che vedeva nelle ricchezze del Sud e subito dopo in quelle dello Stato della Chiesa un modo di pagare i grandi debiti di guerra fino ad allora contratti. Ed anche l’adesione degli altri stati, ampiamente celebrate su lapidi con prosa retorica magniloquente ed enfatica, fu esito del solito, sordido, manipolato plebiscito, frutto delle trame di pochi, simile a quello che pose il sud nelle mani del nord. (continua…)
13 nov
(tratto dal Periodico Due Sicilie 6/2003)
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Per continuare un percorso che, partendo dalla discussione sull’identità meridionale, ci conduca a riconsiderare ancora una volta le ragioni e il perdurare della Questione Meridionale –problema tuttora tangibile anche in clima di “foia” europeista – abbiamo scelto di seguire una traccia che cerchi di unire fra loro le principali tesi, (e le nostre personalissime e modeste critiche a queste tesi), contenute in tre libri usciti negli ultimi anni. (continua…)
13 nov
E dagli, è la solita storia del pastore…
Ora ce la si prende coi “tromboni e con le mezze tacche di intellettuali meridionalisti” che accusano, udite, udite, di razzismo il nord. (continua…)
8 nov
Giacinto dè Sivo
La setta mondiale
Le nazioni civili che mirano lo svolgimento di questo gran dramma italiano, iniziato a nome delle civiltà e del progresso, saran per fermo stupefatte al mirar la rea lotta che specialmente nel reame delle Sicilie procede cruenta ed atrocissima fra Italiani ed Italiani. Dopo tante lamentazioni contro lo straniero, non è già contro lo straniero che aguzza e brandisce le arme, quella fazione che vuol parere d’esser la italica nazione. Pervenuta ad abbrancare la podestà, ella non assale già il Tedesco, ne il Franco, né l’Anglo, che tengono soggetta tanta parte d’Italia; ma versa torrenti di sangue dal seno stesso della patria, per farla povera e serva. Ella grida l’unità e la forza; e frattanto ogni possibilità di unione fa svanire, con la creazione di odii civili inestinguibili; e distrugge la sua stessa forza in cotesta guerra fratricida e nefanda, che la parte più viva e generosa della italiana famiglia va sperperando ed estinguendo. L’Italia combatte l’Italia. Gli stranieri potentissimi e formidabili sogghignano e preparano le arme, in mentre le persone, le industrie, il commercio, le arti italiane e ogni forza va in fondo, fra gli spogli, le fucilazioni, gli incendi e le ruine. L’Italia subissa l’Italia. (continua…)