Associazione Culturale Due Sicile – Sede di Milano
19 dic
Il primato delle Due Sicilie sul Mediterraneo si concretizzò
Nella terza flotta al mondo per tonnellaggio e traffici,
rafforzato dalla grande tradizione delle scuole marinare
e da un’industria cantieristica all’avanguardia
di Roberto Maria Selvaggi
Tra le vie del quartiere Flaminio di Roma che portano i nomi di illustri giuristi ve n’è una intitolata al sardo Domenico Alberto Azuni. Essa è situata proprio accanto al Ministero della Marina, quasi a voler ricordare le benemerenze, vere o presunte, del giurista sardo nel Diritto Internazionale Marittimo.
12 dic
La modernità degli ingegneri napoletani
di Lorenzo Terzi
150 anni fa moriva a Napoli Ferdinando Visconti, fondatore del Real Officio Topografico, uno dei tanti vanti scomparsi della civiltà meridionale.
All’epoca in cui Napoli era la capitale di un regno molto più europeo di quanto lo sia oggi l’Italietta in cerca di un ingresso in Europa, giungevano da tutta la penisola ed anche, incredibile a dirsi, dall’estero, in cerca di lavoro.
10 dic
IL BRIGANTE
Pompeo Onesti
E’ un romanzo storico.
Le verità narrate riguardano il periodo più drammatico delle insorgenze che va dal 1861 al 1870.
Antonino, un ufficiale Duosiciliano fedele al giuramento prestato, non si arrende, combatterà con tenacia, fino alla morte, nella speranza di riconquistare il regno al suo Re.
La cronologia degli eventi bellici è rispettata dall’autore con notevole precisione storica mentre i personaggi emergono vivi e reali con fenomenale trasparenza sentimentale.
Edito da Controcorrente, Via Carlo de Cesare, 11 – 081-421349/081-5520024- Fax 081-4202514- e-mail :
10 dic
(l’opera di un grande economista liberale )
di Roberto Maria Selvaggi
La storiografia risorgimentale non si è limitata nel tempo a cancellare la memoria storica meridionale ma, per il timore di lasciare dello spazio e delle radici su cui potesse riprendere vita il ricordo di un tempo in cui la metà del nostro paese fu autonoma e prospera, ha dimenticato anche quei personaggi che, pur critici del centralismo borbonico e della mancanza di autonomia amministrativa e rappresentativa, di fronte alla rozza e violenta unificazione ed alla sistematica denigrazione delle istituzioni preesistenti, si ribellarono e levarono alta la protesta, per quanto fu loro possibile, contro lo stato di cose in cui versò il sud dopo il 1861.
9 dic
(tratto dalla rivista “FORA” di N.Zitara)
Il periodico politico Indipendenza (00185 Roma, via Carlo Alberto, 39) mi ha posto la seguente domanda:
Parli, conti alla mano, di un debito storico di oltre sette milioni di miliardi che il resto d’Italia (Roma e Milano principalmente) ha contratto con il Sud [Brevemente spiega come sei giunto a indicare questa cifra] A questo aggiungi, tra i tanti flussi di ricchezza dal Sud al Nord, alcuni visibili altri no: protezionismo agricolo ed industriale comunitario; scambio diseguale tra aree a diversa quota di capitale per addetto; uso del risparmio meridionale per finanziare gli sbocchi dell’industria padana sul mercato meridionale; esportazione di capitali (attraverso Banche, Poste, Cassa Depositi e Prestiti); concentramento al Nord del sistema assicurativo privato e a Roma di quello assicurativo e previdenziale pubblico. Puoi spiegare connessione e dinamica di questi aspetti?
7 dic
I LAGER DEI SAVOIA
(Storia infame del Risorgimento nei campi di concentramento per meridionali)
Fulvio Izzo
Un doveroso pugno nello stomaco.
La farsa risorgimentale mostra finalmente il suo volto di tragedia immane per la popolazione meridionale, l’esercito Duosiciliano non solo sconfitto ma umiliato in campi di prigionia che potevano, quasi un secolo prima, competere per ferocia repressiva con quelli nazisti di triste fama.
Il fatto che nella storiografia ufficiale non si sia mai accennato alle deportazioni e alle sofferenze dei prigionieri meridionali, dei quali moltissimi deceduti nei campi di Finestrelle e San Maurizio in Piemonte, non è comprensibile e soprattutto non è giustificabile.
Pur a distanza di tempo se ne deve chiedere conto e l’autore, attraverso la Sua appassionata e coerente esposizione, fornisce gli elementi storici necessari e sufficienti.
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2 dic
(dal PeriodicoDueSicilie 07/2000)
Quasi sempre la geografia determina la storia.
La conferma vine dalla osservazione di una qualunque mappa geografica: si troverà che i confini degli Stati quasi sempre coincidono con elementi naturali che caratterizzano il territorio. A questa regola non è sfuggita la geografia politica della Francia: a sud i Pirenei e il Mediterraneo, ad est il Reno e le Alpi, ad ovest l’Oceano Atlantico, a nord una zona di pianura ancora indefinita confinante col Belgio, che forse con l’andar dei secoli troverà la sua definitiva soluzione geopolitica. Tali confini la Francia se li è conquistati nel corso dei secoli tramite l’azione politico-militare di governi forti quando i vicini erano deboli, confini che rispecchiano grosso modo quelli che circa duemila anni fa aveva stabilito Giulio Cesare espellendo i Germani e gli Elvezii dal territorio che allora si chiamava Gallia e oggi Francia.
1 dic
( dal PeriodicoDueSicilie 05/1999)
“Fu questo il primo anno in cui il vessillo borbonico dello Stato indipendente delle Due Sicilie non sventolava piú nelle nostre terre, che, avviluppate in un plumbeo sudario di morte, cercavano di liberarsi dai nuovi barbari invasori: i predoni e assassini piemontesi. Gli avvenimenti, di cui siamo certi, elencati cronologicamente, volutamente scarni di ogni commento, fanno inequivocabilmente comprendere cosa deve essere stato per le nostre popolazioni vivere in quegli anni.
Non dimentichiamolo. Non dimentichiamolo mai.
Alla fine dell’anno 1861, la statistica, fatta dagli occupanti piemontesi, indicò che nel solo secondo semestre vi erano stati 733 fucilati, 1.093 uccisi in combattimento e 4.096 fra arrestati e costituiti. Le cifre fornite, tuttavia, furono molto al disotto del vero, in quanto non comprendevano quelle delle zone della Capitanata, di Caserta, del Molise e di Benevento, dove comandava il notissimo assassino Pinelli.
Al Senato di Torino, il ministro della guerra Della Rovere, dichiarò che 80.000 uomini dell’ex armata napoletana, imprigionati in varie località della penisola, avevano rifiutato di servire sotto le bandiere piemontesi. Vi erano state migliaia di profughi, centinaia i paesi saccheggiati, decine quelli distrutti. Dovunque erano diffuse la paura, l’odio e la sete di vendetta. L’economia agricola impoverita, quasi tutte le fabbriche erano state chiuse e il commercio si era inaridito in intere provincie. La fame e la miseria erano diventate un fatto comune tra la maggior parte della popolazione, che trovò nell’emigrazione l‘unica possibilità di sopravvivenza alla pulizia etnica fatta dai piemontesi.”
Antonio Pagano
GENNAIO
Il 1°, in Sicilia, insorse Castellammare del Golfo al grido di «fuori i Savoia. Abbasso i pagnottisti. Viva la Repubblica». Furono uccisi il comandante collaborazionista della guardia nazionale, Francesco Borruso, con la figlia e due ufficiali. Case di traditori unitari vennero arse. Strappati i vessilli sabaudi, spogliati ed espulsi i carabinieri. Le guardie e i soldati accorsi da Calatafimi e da Alcamo furono battuti e messi in fuga dai rivoltosi.
Il 3 gennaio arrivarono nel porto di Castellammare la corvetta «Ardita» e due piroscafi che furono accolti a cannonate, ma con lo sbarco dei bersaglieri del generale Quintini i rivoltosi furono costretti alla fuga. I piemontesi subito incominciarono a fucilare centinaia di insorti catturati, tra cui alcuni preti. A Palermo comparirono sui muri manifesti borbonici e sulla reggia fu messa una bandiera gigliata.
17 nov
(Il risorgimento Italiano dalla parte degli sconfitti)
Gerardo Lentini
Il libro agile e conciso propone al lettore una visione risorgimentale assolutamente razionale e dunque rivolta all’analisi dei fatti piuttosto che delle intenzioni.
L’accorta disamina delle proposte federaliste degli anni 1831/1850, restituisce al lettore spunti di estrema attualità, così come i processi di annessione sono riportati in sequenza crono-politica per meglio comprendere come il disegno unificatore non poteva compiersi senza l’umiliazione della Chiesa e del Popolo.
Il complotto massonico/protestante contro la Chiesa Cattolica è denunciato con chiarezza inequivocabile ed i protagonisti risorgimentali, a tutti noti, ridimensionati nelle dovute proporzioni umane.
Edito da IL CERCHIO iniziative editoriali
16 nov
Teodoro Salzillo
Chi meglio di un contemporaneo, chi meglio di un soldato assediato avrebbe potuto raccontare il terribile assedio della fortezza di Gaeta ?
Teodoro Salzillo, grande combattente, tenace molisano, non si arrende all’idea che lo Stato delle Due Sicilie debba essere sottomesso da potenza straniera nel silenzio e con ignominia del suo popolo.
Il libro tratta i diversi assedi di Gaeta nel corso dei secoli, si addentra nelle loro tecniche per poter fare il necessario confronto di “Valore”, tra gli eserciti che di volta in volta hanno aggredito da una parte e dovuto difendere la gloriosa fortezza dall’altra. L’ultimo assedio, quello sostenuto dai due giovani sovrani Francesco e Maria Sofia, e dalle meravigliose truppe Duosiciliane, è il più fulgido il più glorioso. Leggendo il libro si comprendono bene i motivi per cui a distanza di tanti anni, coloro che furono vinti con aberranti sotterfugi e compiacenze internazionali, oggi si presentano agli occhi dello storico attento e non di parte, come veri eroi portatori di valori superiori.
Edito da Controcorrente, Via Carlo de Cesare, 11 – 081-421349/081-5520024- Fax 081-4202514- e-mail :